domenica 3 marzo 2013

la libertà non è uno spazio libero

Questa è la continuazione di un post interrotto.
Qualche mese fa, mettiamo ad ottobre, avevo iniziato a scrivere qualcosa che poi non ho finito, per una serie di motivi che vanno dal macosacavolostoscrivendo passando per l'achivuoicheinteressi fino al lasciastareepassaadattivitàpiùpoduttive. Sarà che in 4 mesi non sono riuscita a trovare le suddette attività, sarà che la domenica mi godo i frutti del pur impegnativo sabato e delle 7 ore di corso di teatro con Alexandre, insegnante russo, coach di Jean Dujardin per il suo ultimo film (Mobius):  génial, tout simplement. Il suo obiettivo ultimo, dichiarato, non è quello di insegnarci a recitare, ma di farci vivere il momento creativo nel modo più propositivo possibile.
Et donc, voilà. Non mi trattengo più adesso, sono incazzata, e scrivo.

Sì esatto, sono discretamente incazzata. Non per la burocrazia erasmus (eras-mérde, dice qualcuno). Non per la politica, che in questi giorni mi lascia piuttosto disillusa e sfinita. Sono incazzata per una ragione personale (come al solito, evvai col diario delle donnicciole sensibili), che mi tocca come amica e come donna. Per la seconda volta nel giro di pochi mesi, infatti, mi trovo di fronte a una situazione che mi irrita e al tempo stesso mi fa senitre tremendamente impotente, il che mi irrita ancora di più. I nomi e le origini sono diversi, la storia è esattamente la stessa.

Lei è M., salernitana, studentessa di filosofia, sognatrice. Lei è V., francese, studentessa di storia, una concentrato di energia strabordante e infinito.
La passione che emana dai loro occhi e dal loro modo di parlare, di conoscere, di esporsi. Lo spirito eroico, romantico che le pervade, quello delle grandi battaglie e dei grandi discorsi sull'esistenza, sull'amore e su noi stessi. I loro limiti e le loro bizzarie, che non le affossano nella mediocrità diffusa, ma le caratterizzano ancora di più come esseri unici, poliedrici, brillanti: speciali.
E poi c'è lui. Un coglione senza lavoro che la chiama ogni giorno ogni due minuti perché è rimasto in Italia e si annoia perché non ha niente da fare e allora si inventa teorie complottistiche del tipo losochemistaitradendocolprimoRmosciachepassa. Un coglione mezzo hippie e sfracassato, che vive di lavori saltuari e vuole avere una relazione aperta che lo lasci libero di esprimersi, di vivere la sua vita senza i vincoli borghesi e asfissianti che impone l'amore, solo che si spinge troppo in là e a un certo punto questa relazione decide di troncarla.
E io mi ritrovo di colpo a vedere queste ragazze distrutte, dimentiche di quello che sono perchè accecate da quello che loro chiamano amore e che in realtà è solo una schiavitù che si sono fatte imporre. Intendiamoci, non sono qui a giudicare le relazioni altrui, credo che sia già abbastanza  impegnativo averne una e concentrarsi su quella. Ma questo, questi comportamenti a cui assisto, questa storia che si ripete uguale, non solo da quattro mesi ma chi sa da quanti anni, decenni, mi fa salire una rabbia imparagonabile.
Io vedo queste donne che sono forti e sicure e determinate e piene e capacissime nelle loro vite e in tutto le loro relazioni, messe in crisi da un coglione qualsiasi. Ovviamente, per loro, non è qualsiasi. Anzi, è colui il quale attualmente è investito del ruolo di amore-amato-amante. Ma è come il primo stronzo che lui arriva e spegne le loro passioni, massacra il loro spirito, le fa diventare prede delle loro insicurezze e delle loro paure.
Come diavolo sia possibile una cosa del genere me lo sono chiesta diverse volte. Mi sono detta che è perché l'amore è così forte che impedisce di vedere la stronzaggine egoistica dell'altro, che fa dimenticare e perdonare tutto (perché lo Stronzo, non è uno Stronzo Occasionale. Sicuramente lo è già stato, magari più e più volte, ma poi quando ha raggiunto ciò che voleva, avrà fatto gli occhi da cerbiatto e di colpo è tornato a essere il tenero adorato a-a-a). Mi sono detta che succede diavolo, ognuno ha il suo tallone d'achille, e perché quello di una donna forte non può essere un uomo coglione?
Ma ora, infine, la domanda è cambiata: siamo disposti ad accettare una vita di compromessi pur di non rimanere soli? La risposta è, sì.
E non lo dico con gli occhi bendati dell'adolescente femminista che non crede nell'amore e che pensa che l'uomo sia solo un nemico da abbattere e dimenticare. Lo dico con tutta la tristezza della consapevolezza raggiunta che a farci stare più male sono sempre le persone che amiamo di più. Lo dico con l'incredulità di chi si è appena reso conto che nella nostra società essere soli non è mai considerata una scelta, è sempre una condanna, e anzi, peggio, è uno stigma sociale. Se sei una donna e sei sola vuol dire che nessuno ti voleva, che sei frigida, e sei zitella. Se sei un adolescente e sei solo se uno sfigato, un emarginato, un diverso. Dio, la voglia che mi sale quando vedo quei bimbi età medie che stanno un po' in disparte dal gruppetto super cool che catalizza le attenzioni di tutti, dico mi sale una voglia di andare lì e abbaracciarli e dirgli: li vedi? Loro avranno sempre bisogno di questo, di qualcuno che ascolti le loro cazzate e li aduli e nutra il loro eterno gioco egoistico di messe in scena e di potere. Loro tra dieci anni, tra venti, vivranno ancora di questo e solo di questo, e tutto il resto della loro vita non avrà importanza, sarà mediocre quando non orribile.
Insomma. Niente come al solito la fine non c'è, o io non la so trovare. Mi chiedo se riusciremo a sottrarci a questo cerchio masochistico che ci castra, come persone. Mi chiedo se sia giusto insegnare la socialità a tutti i costi, anche a costo di farsi gestire dai rapporti, invece che riuscire gestirli (no, non solo è un problema tuo). Mi chiedo se queste donne abbiano davvero bisogno di qualcuno accanto che le affossi, invece di nutrirle e farle fiorire.
Marta - la sento già la tua voce - tu dici così ma non siamo tutte come te, non abbiamo tutte la tua indipendenza. Cazzate. L'indipendenza non te la danno in svendita al supermercato, si impara, come tutto nella vita. è la volonta - stronza stronzissima chimerica utopica volontà - quella che, ancora, ci manca.

1 commento:

  1. E' sempre il solito ciclo, la solita storia... purtroppo. A volte succede anche gli uomini, un po' più spesso (forse) alle donne. Eppure più si viene trattati male, più ci si sente attratti dal tipo in questione.:) c'è qualcosa che non va..

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